E’ stato
un anno difficile perché uno Stato nello Stato, dopo aver cercato in mille modi
di dissuaderci dall’essere cittadini attivi, è uscito allo scoperto e ci ha
dichiarato guerra, apertamente, come lo farebbe il compagno di pianerottolo: ha
premuto il campanello, s’è lasciato aprire e vedere con le mani occupate, nella
sinistra la bottiglia, nella destra un coltello. Ho visto uomini fare spazio,
accogliere una minaccia con la bontà di sempre, con gli occhi presi a prestito
da un figlio in passeggino; ho visto uomini uscire sul pianerottolo, chiudersi
la famiglia dietro e dare testate al vicino e alle pareti, prima di gettarsi
nella fisarmonica delle scale; ho visto uomini dietro lo spioncino, sorridere,
serrare e lasciarsi felicemente morire di fame guardando foto impolverate di un
matrimonio anni ottanta, con le piante più alte e i liquori migliori e una
torta da incidere come una gengiva, come un dente del pregiudizio; ho visto
uomini bestemmiare davanti alla grata di un confessionale e parroci annuire; ho
visto parroci con le clave e navi su cui salire per sentirsi italiani. Ho visto
la terra fremere tutta, e pezze di formaggio parlare alla nazione meglio di un
presidente, dire che bisognava tornare alla vita, come un operaio italiano potesse
portare al guinzaglio un terremoto e umiliare i sismografi. Ho visto pasque
ovunque, gente risorgere nella frattura di un sorriso. Ho visto amici di sangue
andarsene come il vino nelle viscere, e ho visto amici accompagnare le scatole
di legno come si accompagna un cucciolo alla fontana di paese. Ho visto donne
condotte in piazza per un rogo sempre improvvisato, e ho visto donne,
silenziose, condurre un paese sulle spalle di poche parole dette tra il grembo
e un aquilone. Ho visto la donna mia dipingermi un vorrei prima di ogni passo e
ho pianto per ogni tempo guadagnato al suo fianco. Per questo e per tanto altro
io mi sento di ringraziarvi, perché è unicità ogni accadimento e perché è uno
sgarbo nei confronti della rivoluzione sottrarsi a ciò.
Ho visto
che nelle macerie giace il meglio di una generazione senza età e senza storia.
Che questo
è la mia Italia, volente o nolente, e che allora vale la pena viverla fino all’ultimo
sorso.
Siamo in
tempo per tutto, non dimenticatelo. Buon anno.