Opere




STORIA DI UN METRONOMO CAPOVOLTO
(Libellula Edizioni, 2007, con nota di FRANCO BATTIATO)


Il romanzo ambientato tra gli anni ’70 e ’80, narra l’educazione politica, esistenziale, affettiva di Antonio Gardini, un giovane operaio di fabbrica alle prese sin dall’infanzia con una personale lotta contro le ingiustizie sociali e morali della sua terra e della condizione umana. Dotato di sensibilità d’animo, profondità di vedute, spirito ribelle, generosità, coraggio, Antonio Gardini si troverà a tentare di incastrare in una visione del mondo unitaria una miriade di ‘fatti’ ed ‘eventi’ dolorosi che si dimostreranno refrattari ad essere contenuti e risolti in una lettura radicale e coerente. L’epilogo tragico della storia dimostra l’impossibilità dell’idealismo ideologico del protagonista a correggere il male, che quasi ontologicamente insiste sul mondo; sullo sfondo della tragedia si inscena il complesso, carnale, biologico, strettissimo e irrisolvibile rapporto che lega lo stesso Antonio con la madre, figura dolente e tipica di un certo genere di ‘donna meridionale’.


Ma Storia di un metronomo capovolto è anche la storia di un’amicizia radicale ed eroica tra Antonio Gardini e Marco Fassi, giovane rampollo di una famiglia borghese ed agiata, che troverà nell’altro (povero in canna, operaio, con un’istruzione ‘normale’ inferiore) un vero e proprio maestro di vita, tanto da essere condotto, infine, a riconoscere come ‘falsa’, ‘finzionale’, priva di passione, la ‘forma di esistenza’ del proprio ceto di appartenenza. Il tutto si svolge sullo sfondo di una Messina bollente e caotica, angustiata da problematiche edilizie, mafiose, ambientali, economiche e politiche.


UN RUMORE DI GABBIANI 
Orazione per i martiri dei petrolchimici 
(Libro+Dvd, Besa, 2008, con cameo di FRANCO BATTIATO e prefazione di CAPAREZZA)



La veemente descrizione della vasta piaga petrolchimica nei territori italiani, la deriva degli operai e delle rispettive famiglie, le mutilazioni affettive connesse all’inalazione del cloruro di vinile monomero, i viaggi della speranza, l’ignominia, i pensieri notturni, i trepidi atti diurni, le emarginazioni, le vessazioni sugli operai alimentate da una ritrosia culturale, la natura ridotta a una carcassa do molosso. Questo il contenuto di un’opera filmica sperimentale sia a livello testuale che strutturale, costituita da un’orazione reggente, da frames documentaristici e da provocazioni scenografiche. La caustica concezione di una denuncia radicata nei canoni dell’odierno teatro civico che rasenta i livelli del macabro per giungere alle viscere delle coscienze.

trailer UN RUMORE DI GABBIANI



BELLI DI PAPILLON VERSO IL SACRIFICIO
(Edizioni Controluce, 2010, con nota di TERESA DE SIO) 

In una Taranto della mente, un ragazzo erige un monumento al padre morto. Cozzaro, contrabbandiere, corista, teatrante, uomo dalle mille risorse, don Papà, come lo chiama il figlio, è uno della razza dei ddritti, nato e cresciuto nel quartiere Tamburi dove ha alimentato favole e racconti sulle proprie gesta.
Spinto alla disperazione da un'ingiunzione di trasloco, l'uomo farà a pezzi, nel tempo di una notte frenetica, con l'aiuto del figlio, la casa, prima di compiere il suo ultimo capolavoro, un suicidio esemplare come estrema ingiuria verso i potenti e riaffermazione della vita fin dentro la morte, lasciando al ragazzo il compito di tradurre in una scrittura di rara potenza visionaria la vitavissuta.
Belli di papillon verso il sacrificio non è soltanto un romanzo sulla città di Taranto, è molto di più: romanzo di formazione, romanzo sui padri, su come e chi eravamo, su come siamo adesso sotto il cielo di nubi tossiche. Giuseppe Cristaldi sprovincializza il linguaggio plastificato dai media, con una scrittura nervosa, espressionista, barocca, nella quale l'urgenza di comunicare assurge a vera liturgia della parola.  

booktrailer BELLI DI PAPILLON VERSO IL SACRIFICIO 



NEFRHOTEL
Mi hanno venduto un rene
(Promo Music - Corvino Meda Editore, 2011)



Kamal è un ragazzino nepalese, orfano, naufrago nella miseria, eppure appartenente all’alta casta dei Newari, la casta egemone a Kathmandu, culla floreale dell’omertà. È innamorato di Buddha, il cui nome egli pronuncia per allontanare la paura mentre si sciacqua nelle pozzanghere o durante le meditazioni del nonno sciamano. Come tutti i suoi coetanei carezza il sogno di una vita, ma a differenza di essi sacrifica il corpo per realizzarlo: svende un rene ai trafficanti di organi che operano tra Oriente e Occidente.


È una piaga di inaudite proporzioni che contrasta la diffusa spiritualità orientale, una dualità spirito/macelleria che si ripete in tutto lo sfogo di Kamal. È un vomito silente che scorre nel cinismo dei turisti sui risciò, nelle mani dei medici collusi con le organizzazioni dedite alla mercificazione delle vite, nella violenza e nello schiavismo perpetrati sui minori. Un vomito che rifluisce intorno ai bordi della vergogna e della rabbia, in cui a sopravvivere resta solo il sentimento improvviso della pietà come una reincarnazione nel futuro.


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MACELLERIA EQUITALIA
(Lupo Editore, 2013)



Cinque drammi esistenziali determinati dalla crisi odierna.
Uno scenario intimamente operaio e contadino, devastato dal propagarsi inarrestabile della macchina istituzionale che attraverso i suoi apparati di riscossione forzata dei tributi, Equitalia, attiva pignoramenti di mobili prima ed immobili poi. E dopo ancora, la nascita di un'organizzazione criminale, posta tra Equitalia e il cittadino insolvente, dedita alla compravendita illecita dei beni. L’aggressione definitiva di un popolo indifeso e ridotto alla miseria, dove anche la vergogna e l’umiliazione fisica rientrano nella salvaguardia economica.
Macelleria Equitalia è la precisa analisi dell’ultima Italia, delle meccaniche di un sistema malato che costringe all’esclusione violenta dell’uomo dallo Stato, ma è anche il ritorno a quella umanità spoglia, nuda, essenziale, dove i reduci sono blocchi di pietra abbandonati a loro stessi, perché se ad una statua cambi la postura, anche di poco, ne và del santo
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