lunedì 19 agosto 2013

IL FATTO QUOTIDIANO sul romanzo MACELLERIA EQUITALIA


"Lo stile narrativo di Giuseppe Cristaldi è carnalmente seduttivo, con quell’alternarsi di espressioni dialettali, crude, sanguigne, veraci, a immagini fortemente sognanti, oniriche, sospese. Michele Placido nella nota di copertina scrive che Cristaldi fa scorrere la penna su carta bianca dando vita ad una lingua ‘altra’." di Evy Arnesano








mercoledì 14 agosto 2013

FORSE FESTHA MANNA





Mo' sto a guardare il sole che scende sul culo dell'Ichnusa. 
Da dietro il vetro di una bottiglia il tramonto lo comandi tu, non c'è verso, manipoli una danza di luce e nel mezzo ci metti un sacco di cose irrisolte, poi agiti per bene e la schiuma figlia i volti. 
Non è così che si fa in questi giorni di festha manna? 

Che io, per dire, c'ho l'immaginazione a manovella, e qualche costruzione me la sono fatta, come me la feci in occasione della Cavalcata Sarda. Che a sentirle pronunciate a coppia, queste due parole, mi venne da pensare a una corsa errabonda da monte a valle di bestie e persone. Di bestie, persone e polveroni e vestiti nuovi da invecchiare nell'arco di poche ore.
Credo ti sia giunto a orecchio il fatto che mi fossi approntato come un guerrigliero prima di scendere in Piazza d'Italia e incocciare la sfilata a moviola di tutta la storia isolana. 
Era un altro periodo quello, si usciva da casa in punta di piedi, con la lacrima appesa all'occhio e le dita che s'attorcigliavano nelle tasche. Eppure Ilia, Michele e Francesco risero quando proposi di ribattezzare la moviola  Eis, Esposizione Internazionale Sarda.
Basta cu 'sta cavalcata, nu rende! 
Forse avresti riso anche tu, o avresti risolto il mio problema onomastico nella tua introversione di denti e occhi calabresi. Forse.

Anche ai forse si dovrebbe riservare un'esposizione internazionale.
Metterei nelle ultime file i forse della piccola età, quelli che potrebbero attanagliare gli scouts nel ventre nella boscaglia sul Limbara, forse il falò e la luna, forse il pasto rancido, forse il sole oggi tarderà e i cinghiali, forse, con la luce non passeranno. Forse potremmo evitare la guardia.
A metà ci metterei i forse dell'introspezione, quelli che scavano le ossa di un'adolescenza tutta calli e papà, forse avrei dovuto vivere così, forse collì, forse c'ho la sfortuna incagliata in qualche crepa dell'anima, forse cambio l'elica all'esistenza e rinnovo il patentino per andare oltre. Forse bisognerebbe andare oltre.
In prima fila ci metterei quest'ultimi forse, perché è bene andare oltre sempre e vedere tutta la vita da lontano, dal belvedere di adesso. 
Forse il candeliere che t'eri inciso sul costato, e che avevi difeso dal giudizio di tua madre, ha preso una brutta botta, forse gli uomini hanno piegato le ginocchia per mantenerlo in bilico, forse qualcuno si sarà fratturato la clavicola, forse un tatuaggio non è una faradda, e se lo vedi teso sotto le braccia festanti di un ragazzo, puoi pensare che la danza di Sassari si sia compiuta come tutti gli anni. Forse puoi pensare che Pierluigi e gli altri avranno bevuto le lacrime del solo malto. Forse.

Lo vedi come funziona? Ci sono forse che vanno collocati in prima fila, come le assenze che forse non dovrebbero essere tali. Ma forse oggi è festha manna, manna come il tuo volto in questa schiuma tirata avanti a tramonti e danze.





giovedì 8 agosto 2013

Francesco Improta su MACELLERIA EQUITALIA


"Siamo in presenza di un grande talento narrativo, capace d'intingere la penna nel fuoco che scorre nelle vene di un uomo vero, legato alla terra, ai compagni di lavoro e di lotta, e disposto ad andare fino in fondo, succhiando gli umori di una vita disperata e di bere sorsi di terra, parafrasando il titolo di un'opera di Heinrich Boll. Un libro che ti riconcilia non solo con la narrativa, ma anche con la tua coscienza, spesso colpevolmente addormentata"